Cancro al seno: la storia di Giulia

Oggi parliamo di un argomento che ormai si pensa tutti conoscano. Il cancro al seno è una malattia che colpisce il 41% delle donne sotto i cinquant’anni e il 35% tra i 35 e i 69 anni. C’è poi anche un 20% della popolazione femminile che scopre di essere affetta da questa malattia all’età di settant’anni. I casi sono in aumento e se ne parla sempre troppo poco. In questo articolo vi raccontiamo la storia di Giulia Gianassi, giovane donna toscana in carriera che ha combattuto la sua battaglia contro questo nemico silente da diversi punti di vista.

Giulia Gianassi
Giulia Gianassi, foto fornita dall’intervistata

Giulia e il suo “elefante in una stanza”

“Sei come un elefante in una stanza. La gente sa bene che ci sei ma non vuole parlare di te, ti evita perché sei scomodo, arrivi senza avvisare provocando dolore, solo nominarti crea disagio e sguardi increduli.”

Questa è una delle frasi che Giulia Gianassi ha pubblicato qualche mese fa sui suoi social. Giulia è una giovane donna Toscana in carriera. Lavora come consulente HR ed è la direttrice di una nota web radio toscana – White Radio. Non solo. Giulia scrive su Bisenzio Sette ed è una cancer survivor. 

Conosco e seguo Giulia da tempo. Per questo ho deciso di intervistarla e di raccontare la sua storia. Sono partita proprio da questa frase, chiedendole di parlarmi di questo “elefante indivisibile” e della sua esperienza con AIRC. Un’esperienza che l’ha coinvolta come testimone per la lotta al cancro al seno nel 2022.

L’argomento del cancro al seno è ancora spinoso…

“Elephant in the room” è un modo di dire inglese che si addice molto all’argomento cancro in generale. Nel mio caso si tratta del cancro al seno. È un tema spinoso, che fa paura e spesso la gente non ne vuole sentire parlare perché quando nelle famiglie arriva il cancro si trema. Per questo con molto piacere sostengo AIRC nelle iniziative di sensibilizzazione alla prevenzione. Tutti noi abbiamo bisogno di sostegno nella fase della malattia, confrontarsi e ascoltare testimonianze di chi è già passato è davvero importante.

Giulia è diventata un vero e proprio pilastro per tutti coloro che devono affrontare la battaglia contro il cancro al seno. Nella sua città, Prato, e attivista per la Fondazione Sandro Pitigliani, che si occupa della lotta ai tumori con l’obiettivo di sostenere i familiari e gli amici anche dopo la morte dei propri cari.

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La Fondazione Pitigliani non si occupa solo di cancro al seno

La fondazione ha iniziato la propria attività nel 1979. Lo scopo principale è sempre stato quello di dare la possibilità ai cittadini di Prato affetti da tumore e ai propri caregiver di trovare le cure idonee, i centri adeguati, e i presidi in cui seguire percorsi di recupero per superare e migliorare il proprio stato patologico.

Qual è il tuo ruolo nella Fondazione?

La Fondazione Sandro Pitigliani è un’eccellenza di Prato. Lavora dal 1979 a sostegno della ricerca oncologica e ha gettato le basi per la nascita dell’Oncologia di Prato riconosciuta a livello mondiale. Per me è un grande onore farne parte. Sono per loro ambassador e mi occupo dell’organizzazione eventi di raccolta fondi. Nel 2022 abbiamo consegnato, grazie ad una meravigliosa campagna, un ecografo di ultima generazione per la prevenzione del tumore al seno al Centro di Prevenzione Oncologica Eliana Martini, un bellissimo regalo alle donne della nostra città

Giulia sfrutta le sue competenze e capacità nel campo degli eventi e della comunicazione per diffondere il verbo della Fondazione. Ma c’è di più. Il suo racconto, la narrazione del cancro al seno, la sua ottica così femminile l’ha resa molto conosciuta sul web. Nel 2020 è stata anche coinvolta nel progetto “Che ti sei messa in tetta” dell’attrice Jessica Resteghini. 

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Qual è il valore aggiunto di questo tipo di narrazione?

Ho iniziato a raccontare su IG della mia malattia dopo circa un anno dall’intervento di cancro al seno e nel tempo ho avuto modo di incontrare tante donne che vivevano o avevano vissuto la malattia. La rete per me è stata un bel salvataggio e lo è tutt’ora. Raccontare la malattia è terapeutico e noi donne l’abbiamo capito da un pezzo, ecco perché troviamo tanti racconti declinati al femminile.

Il cancro al seno raccontato a Uno Mattina In Famiglia

Giulia è stata anche ospite a Uno Mattina In Famiglia. Un’intervista realizzata durante “I Giorni della Ricerca” organizzata da mamma RAI lo scorso novembre 2022. Un momento di condivisione in cui Giulia ha parlato della sua esperienza e delle “donne della sua vita”. 

Ci racconti un aneddoto di questo momento televisivo?

L’esperienza a Uno Mattina in Famiglia è stata meravigliosa e devo ringraziare AIRC per avermi coinvolta. In quei pochi minuti ho avuto modo di parlare di me, di mia mamma e di mia figlia, arrivata dopo un percorso adottivo. Sono tre storie intrecciate tra di loro in modo incredibile e quando mi fermo a pensarci mi emoziono sempre. A qualche mese dall’intervista ho saputo che la raccolta fondi per i giorni della ricerca è andata benissimo e io ne sono felice perché le donazioni che facciamo oggi per la ricerca si trasformano nelle cure di domani.

 

 

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Profilo Linkedin dell’intervistata

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