Michela Murgia: biografia
Michela Murgia è stata una nota attivista femminista, scrittrice e blogger italiana. Nasce il 3 giugno 1972 a Cabras, in Sardegna; riceve una formazione prettamente cattolica e studia presso l’Istituto di Scienze religiose della diocesi di Oristano. Prima di diventare una scrittrice, svolge svariati lavori tra cui l’insegnante di religione, la venditrice di multiproprietà, l’operatrice fiscale, la portiera notturna e la venditrice telefonica.
Michela Murgia: le opere
L’autrice debutta nel 2006 proprio con un libro di denuncia sulla realtà del telemarketing in cui lavorava, Il mondo deve sapere. Il libro che la rende celebre è Accabadora, con cui vince il premio Dessi. Tra le altre opere si ricordano: Ave Mary. E la chiesa inventò la donna (il cui testo ha ispirato la canzone di Fedez e dei Punkreas, Santa Madonna), L’ho uccisa perché l’amavo: falso!, God save the queer e Stai zitta. Inoltre, si dedicò anche ad opere teatrali.
L’attivismo di Michela Murgia
Si distinse specialmente come attivista femminista: lottò per i diritti della donna, per una società egualitaria e inclusiva e si è sempre scagliata contro il sistema patriarcale. Le sue opinioni, da molti ritenute scomode, hanno aperto dibattiti accesi e hanno smosso la coscienza femminile nazionale e non solo. Non ha mancato anche di criticare la scelta di Giorgia Meloni di definirsi “il” presidente, dimostrando che non basta essere donne per essere femministe. Nel libro “Stai zitta” ha posto l’accento su tutte le frasi che le donne sono stanche di sentirsi dire dagli uomini: “stai zitta” “non puoi farlo” ecc. Il suo attivismo ricade anche nelle scelte politiche; sostenne la Sinistra e nel 2014 si candidò addirittura alle regionali sarde, ottenendo il 10 % dei voti.
La morte
Il 10 agosto 2023 è venuta a mancare, a 51 anni, a Roma. Nel 2014 le era stato diagnosticato un tumore al rene, che negli recentemente si era ripresentato, peggiorandone le sue condizioni. Ha sempre affermato di non aver paura della malattia, nonostante sapesse che fosse pressoché incurabile, affrontandola con grande tenacia.
L’eredità
Questa Donna ha lasciato un insegnamento molto importante, ovvero di non farsi mettere mai i piedi in testa, di militare e urlare contro le ingiustizie, di combattere contro la retorica maschilista e patriarcale che vuole le donne succubi, oggetti senza parola da poter usare. Non deve più starci bene questo comportamento e che se ci dev’essere un cambiamento deve partire dai movimenti femministi e da tutte le donne che vogliono lottare.
Link dove ascoltare la canzone sopracitata: https://www.youtube.com/watch?v=BLfA47Xr5NU