Si parla spesso di femminismo radicale, movimento nato in tempi non troppo lontani e oggi più che mai attuale: ma cosa c’entra in tutto questo il movimento gender critical?
Che cos’è il femminismo radicale
Il femminismo radicale è un movimento politico nato nella seconda metà del Novecento che alla base considera l’oppressione patriarcale precedente a qualsiasi altra forma di oppressione. È una filosofia che mette in evidenza, quindi, le radici strettamente patriarcali della disuguaglianza tra uomini e donne.
Pertanto, il femminismo radicale ritiene poco utile alla causa un’azione interna all’attuale sistema, mentre invece rivendica la necessità di una svolta culturale collettiva per soverchiare le strutture gerarchiche associate proprio al patriarcato.
Proprio dal femminismo radicale deriva l’approccio intersezionale che caratterizza la terza ondata del movimento, partita dagli anni Novanta e tramutatasi in ciò che il movimento rappresenta oggi.
Judith Butler: verso una nuova presa di coscienza
Ad aprire ulteriormente il dibattito femminista verso uno studio orientato anche al genere, è Judith Butler nel 1990. Butler pone un interrogativo più che lecito, nella sua opera Questione di genere: ha ancora senso considerare la donna come il soggetto del femminismo, se il genere è un costrutto sociale ed è in continua evoluzione? Ma soprattutto, se il genere è un costrutto sociale, che cos’è la donna?
Da questa domanda deriva lo scorporamento del concetto stesso di donna, che non è più l’unico soggetto al centro del dibattito femminista. Il pensiero di Butler genera un forte dibattito all’interno del dialogo femminista, perché pone le basi per una nuova presa di coscienza: è in questo contesto che si inseriscono le cosiddette TERF, parte del movimento gender critical.
Che cosa significa TERF?
TERF, per esteso Trans Exclusionary Radical Feminists, è l’espressione usata per indicare una sottocategoria di femministe radicali che non considerano le persone trans, in particolare le donne trans, parte del dibattito e della lotta femminista. Il termine è stato coniato in maniera puramente divulgativa dalla blogger Viv Smythe nel 2008, seppur concettualmente esistesse già da prima. Tuttavia, è stato quasi sin da subito interpretato come forma di insulto.
La situazione è però più complessa, in quanto altre persone esponenti della lotta femminista tendono invece a non voler essere associate a questa branca del movimento. Inoltre, si aggiunge l’aggravante della violenza transfobica ed enbyfobica, in quanto nel sottogruppo pervade la forte convinzione che le donne transgender non siano realmente donne, e dunque non degne di partecipare alla discussione femminista. Una questione spinosa che ha generato e genera tuttora fratture all’interno del movimento.
Spunti bibliografici sul femminismo radicale
- Judith Butler – Questione di genere
- Paul B. Preciado – Manifesto Controsessuale
- Ines Testoni – Il terzo sesso