Avreste mai pensato di vedere Eugenia Roccella ed Anna Paola Concia esprimere le stesse posizioni? Eppure, è realtà. È successo sul sito Orizzonte Scuola. Il 15 dicembre 2023, un articolo recita così: Roccella: “La scuola è un’agenzia educativa fondamentale ma non può sostituire la famiglia. Le filosofie gender sono nuove forme di patriarcato”. Nello stesso giorno, sullo stesso sito, è uscito: Concia: “Mi daranno della fascista, ma le teorie gender che cancellano le donne non le condivido”.
Concia e Roccella: non è una novità
Questa “convergenza a destra” non è né una novità, né un caso. Da anni, è sempre più la tendenza di una certa fascia di donne lesbiche cisgender (o anche solo cisgender). È una categoria di persone LGBT che raramente riesce ad affermarsi nell’attivismo rainbow, a volte per motivi religiosi, a volte perché anche nell’arcobaleno prevalgono spesso i “colori” maschili. Eppure, non vogliono rinunciare a una carriera politica o a mettersi in vista. Ecco che l’Italia ha una formula sicura per risolvere il problema: “donna libera sì, ma fino a un certo punto”. Mai mettere in discussione la Chiesa, la patria e la famiglia. Meglio non farsi vedere troppo in giro con una compagna. Avere un’apparenza bianca, elegante e poco appariscente. Mai travalicare le barriere di genere, né fare concessioni alle forme di sessualità “spinte” (poliamore, threesome, BDSM). Anzi, devi unirti ai conservatori nello sputare sulle minoranze meno “accettabili” della tua e su chiunque non ti faccia da specchio narcisistico della tua presunta rispettabilità. Allora, anche se sei donna e lesbica o nubile, vedrai le porte del palazzo aprirsi per te. Giorgia Meloni docet.
Paola Concia ed Eugenia Roccella: le donne che piacciono agli italiani
Questo tipo di donna e di persona LGBT piace molto agli italiani, perché dà l’impressione di vivere in un Paese evoluto (“Hai visto? Quella è diventata capo del Governo, non è vero che facciamo discriminazioni!”) e, allo stesso tempo, non mette in discussione alcunché. “Rassicurare”, “rassicurare” sempre! Sii una buona “mammina”, per questi italiani “spaventati”!
È vera emancipazione? Ai posteri l’ardua sentenza. Oggi come oggi, possiamo solo notare come una persona di sesso femminile debba (in un certo senso) vendersi l’anima, per non essere totalmente uno zero sociale. Chi ha a che fare dietro le quinte con questo tipo di “lesbica di destra”, del resto, nota spesso un’insicurezza, un’insoddisfazione, un rancore verso il prossimo e una voglia di “trasgressione” che non parlano certo di vero potere. Che giova all’uomo (e alla donna!) guadagnare il mondo intero, se poi perdono o rovinano se stessi? Tantopiù che essere membri di un’istituzione, nel mondo del capitalismo selvaggio, è un vantaggio sociale alquanto relativo. Una dipendente statale ha maggior potere di una precaria sottopagata in un’azienda privata, su questo non ci piove. Ma un Elon Musk qualsiasi potrebbe comprarsi tutte le Roccella e tutte le Concia di questo mondo. E qui finisce ogni emancipazione.