L’imperatrice Elisabetta d’Austria, resa famosa dai film in cui è detta “Sissi” (Monaco di Baviera, 1837 – Ginevra, 1898), ha dato vita a numerose leggende su di sé. Certamente fu una personalità complessa, anche irrisolta e ricca di ombre, emblematica di un nuovo tipo di donna e della decadenza dell’impero asburgico. Non molti, però, sanno anche che si vociferava delle sue “tendenze saffiche”, come nel caso di un’altra sovrana, Maria Antonietta.
Bisogna crederci? Vediamo quanto sappiamo dei fatti.
Sissi: una bellezza fredda
Gli scritti personali lasciati da “Sissi” fanno trasparire un temperamento alquanto frigido, alieno al sesso sotto qualsiasi forma. Si sa che provava un amore ideale per figure maschili del passato, come l’eroe Achille e il poeta Heinrich Heine. Nella vita reale, si era sposata con l’imperatore Francesco Giuseppe a sedici anni (diciassette non ancora compiuti), certamente per ragioni affettive e con scarsa propensione al ruolo di augusta consorte che l’aspettava. La consumazione del matrimonio fu tardiva e difficoltosa: uno dei tanti segnali di malessere di “Sissi” nell’ambiente di corte. Se amore era, si trattava di un amore da adolescente inesperta, che da parte di lei si affievolì col tempo. L’imperatrice trascorse la vita viaggiando il più possibile, per allontanarsi da una Vienna che viveva come opprimente. Durante le sue prime “fughe”, a Vienna e a Corfù, lei prese coscienza del proprio valore come persona e (soprattutto) della propria eccezionale bellezza. Questo la portò a sentirsi addirittura “l’eletta” e a mantenere un altero distacco verso il genere maschile. Ben diversi erano i suoi rapporti con le altre donne. Verso di loro, “Sissi” sapeva essere assai cordiale, affettuosa e premurosa, ma ad un patto: che fossero belle. All’inizio degli anni ’60 dell’Ottocento, dopo il soggiorno a Madeira, aveva stretto un’intima amicizia con la sua dama di corte, Lilli Hunyady. L’intesa viene addirittura descritta come “magnetica” e suscitò non poche gelosie cortigiane.
Sissi e le altre belle donne
Ma “Sissi”, in quel periodo, manifestò simpatia anche per donne giovani e avvenenti incontrate per caso. Nel 1867, così scrisse dalla Svizzera al figlioletto Rodolfo:
Abbiamo fatto la conoscenza di una ragazza belga di dodici anni, molto carina, con meravigliosi capelli lunghi. Conversiamo spesso con lei e una volta l’ho persino baciata!! Così puoi immaginarti quanto sia graziosa.
L’imperatrice amava anche mostrarsi in pubblico al fianco di un’altra donna bella quasi quanto lei: Lilli Hunyady, ma anche la sua stessa sorella minore Maria, ex-regina di Napoli. Con loro, godeva del successo riscosso dall’apparizione.
Nel 1862, “Sissi” cominciò anche ad assemblare il suo album fotografico di bellezze femminili. La “stella” della raccolta era proprio Maria, ma vi vennero inserite donne di qualsiasi ceto e provenienza geografica. Ovviamente, questo suo hobby fu visto come una stravaganza.
Quando fu assassinata a Ginevra, l’unica persona al suo fianco era l’inseparabile dama di compagnia, Irma Sztáray. Quest’ultima raccontò il tragico evento con un linguaggio quasi da innamorata in lutto.
Sissi e il suo culto della bellezza femminile
Più che un sentimento o una pulsione sessuale, però, in tutto questo si esprime quel culto della bellezza che caratterizzò “Sissi” per il resto della vita, fino a divenire ossessione. La sua autostima e sicurezza di sé, proprio perché notevolmente gonfiate, si reggevano su perni fragilissimi come l’ammirazione suscitata dal suo aspetto fisico. Non ci stupiamo quindi di vedere come l’imperatrice attribuisse alla bellezza femminile un potere quasi magico. In questo senso, anche lei ne era succube.
Fatto sta che i rapporti di “Sissi” con le altre donne la dipingono come una figura femminile che rifiutò di definirsi in base a un uomo. Il titolo di moglie, come quello di madre, significò sempre poco per lei: come avrebbe potuto essere altrimenti, se l’aveva assunto quando ancora non sapeva cosa fosse? Si interessò esclusivamente a se stessa e a coloro che le somigliavano, o – meglio – a cui voleva somigliare: le donne giovani, belle, prestanti. Anche grazie al suo privilegio sociale, “Sissi” inaugurò un modello di “autorealizzazione femminile” tipico del secolo successivo al suo: rivoluzionario, ma anche marchiato dall’insoddisfazione perenne e dalla solitudine.
Per approfondire la figura di Elisabetta d’Austria, si consiglia il saggio: Brigitte Hamann, Sissi, Milano 1995, TEA.