Da Oriente a Occidente: intervista con Marco Melodia

Marco Melodia è nato a La Spezia nel 1949, ma vive e lavora a Milano. Si è avvicinato all’arte con la fotografia; poi, ha intrapreso una via spirituale che l’ha portato in India. Al ritorno in Italia, si è accostato alla pittura intorno al 2000. È del 2011 l’incontro con lo storico dell’arte prof. Carlo Franza. Melodia ha accettato di farsi intervistare per il sito del nostro circolo.

Marco Melodia

Caro Marco Melodia,  quali sono i tuoi rapporti con il Circolo Culturale TBGL “Harvey Milk” di Milano?

Ho avuto occasione di conoscere l’attuale presidente Nathan in occasione di una commemorazione delle vittime di violenza contro le persone transgender in America, l’anno scorso, in zona Ticinese. Già in quella occasione mi ero presentato anche come istruttore di difesa personale, perché ce ne sarà sempre più bisogno, nel momento in cui si farà maggiore outing. Che il mondo si possa evolvere a breve è un puro sogno e quello che manca, o che fa difetto in ogni caso alla maggior parte delle persone, è un sano istinto di sopravvivenza che gli animali non hanno perso.

buddismo e sciamanesimo

La tua arte risente molto della tua formazione spirituale, che ha una forte impronta esoterica ed orientale. Ci vuoi parlare del tuo percorso?

Sono stato educato a una buona conoscenza del cristianesimo; poi, sono arrivato a ri-conoscere le filosofie orientali studiate e praticate nelle vite passate, che mi avevano portato a studiare anche lo sciamanesimo e l’esoterismo.

Uno dei tuoi autoritratti ti rappresenta come “angelo caduto”; un altro, come figura umana di spalle che regge la propria testa: un muso di lupo rivolto verso l’osservatore. Affascinanti. Ce ne vorresti illustrare genesi e significato?

  In passato, ero stato definito un ‘lupo’. Nel mio autoritratto,  intendo, tagliandomi la testa, eliminare in me ogni forma di cattiveria e violenza che si vogliono identificare nei lupi (poverini!). Ma devo dire comunque che sono un lupo vegetariano e non mordo le pecorelle. L’Angelo caduto rappresenta tutti noi, che al momento ci accontentiamo di ‘sopravvivere’ in questo mondo così limitato, mentre potremmo avere molto di più – e qui devo citare i Vangeli, dove si dice che “noi siamo Dei” (Gv 10,31-42).

L’androgino alchemico è un altro tema portante della tua arte. Come definiresti questo concetto a chi non s’intende di androginia o alchimia?

Per chi volesse approfondire, alla libreria Antigone ho appena trovato un buon libricino sull’ermafroditismo. Si trova anche in versione pdf, in rete. Importante  anche il testo di Elémire Zolla sull’argomento. Evito di entrare nel merito dei vecchi e nuovi termini su questo argomento e riunisco “Androginia” e “trans-genere” in un solo ceppo iniziale, che parte dallo ri-scoprire che noi tutti facciamo l’errore di identificarci in un genere o nell’altro, sia fisicamente che psicologicamente. Dobbiamo invece farci una ragione, sviluppata nelle filosofie orientali e nel cristianesimo delle origini (ci sono tracce del viaggio di Gesù di Nazareth in Oriente sia da giovane che dopo la presunta morte e resurrezione) che noi tutti in origine, -prima che il ‘Tempo’ iniziasse- fossimo solo Pura Coscienza Cosmica che, per un motivo che conoscono solo i veri maestri, aveva deciso di dividersi  in due parti, ‘maschile e femminile’, per praticare un ‘Gioco Cosmico’ (che si può anche definire un ‘Sogno’ che non ha mai fine). All’interno di questo sogno, noi siamo presi da desideri e paure di ogni tipo, che ci portano, di vita in vita, a cambiare anche sesso fisicamente. Ora, anche la scienza occidentale comincia a studiare il problema dal punto delle filosofie orientali. Quello che possiamo e dobbiamo fare noi, in accordo sempre con la Coscienza Cosmica, è soddisfare i nostri desideri, quali che siano, senza fare del male a nessuno, ma -con una certa leggerezza- che nasce dal sapere che quello che desideriamo oggi, in un futuro magari lontano non ci interesserà più. Ora (parlo anche per me) per esempio, vorremmo cambiare il nostro corpo da maschile in femminile e/o viceversa ed abbiamo grandi difficoltà pratiche anche ad essere accettati,  ma non è detto che nella vita prossima non succeda il contrario. È nella nostra natura umana non essere mai veramente contenti e soddisfatti di quello che abbiamo. La pratica della meditazione può portare tutti a riconoscersi anime immortali, che possono avere anche esperienze di ‘orgasmi cosmici’ ,dei quali i nostri orgasmi fisici sono un semplice riflesso spento, per quanto piacevole. Si legge e si sa anche che con la pratica della meditazione si possono sviluppare veri poteri psichici,  a cui i film fantasy si sono ispirati. Gestisco anche un blog su argomenti metafisici e ho postato anche su questo argomento.

buddhismo

Dipingi molti nudi femminili, in diverse posizioni. Come mai?

Molti grandi artisti hanno disegnato o comunque ritratto il corpo femminile in modo erotico, se non addirittura osceno. Egon Schiele adirittura aveva fatto degli autoritratti molto hard.  Ho avuto poche occasioni per fare lo stesso con il corpo maschile (che comunque si possono vedere sul mio sito artistico), ma accetto proposte da modelli non professionisti o anche ragazzi/uomini senza esperienza, gratuitamente in tutte e due le direzioni.                                       Sono interessato a creare un piccolo gruppo di artisti, anche principianti, per lo studio del nudo, sia maschile che femminile, senza interferenze sessuali. ‘Pura Arte’, in questo caso.  A questo indirizzo, si trovano le mie opere a tema trans-genere.

Arriviamo al tuo corso di arti marziali. Sul tuo gruppo Facebook, spieghi la tua iniziativa come modo di difendersi contro l’omotransfobia. Ma chi ha un’infarinatura di arti marziali sa che esse non consistono solo nel “saper picchiare “. Che tipo di benefici psicofisici possono dare (a tutti in generale e alle persone LGBT in particolare)?

La maggior parte delle arti marziali orientali tradizionali erano state assorbite dalle varie scuole spirituali, sia giapponesi che cinesi, per ‘difendersi’ dai predoni ed ancora oggi possiamo considerare predoni (lupi mannari) quelli che osteggiano questa evoluzione della coscienza verso il trans-genere. È questa una delle necessità nel periodo storico che ci coinvolge, per la comunità LGBT.  Ciò che al momento, secondo me, ferma i possibili praticanti è la paura di entrare in un vizioso circolo fisico e mentale violento, o di conoscere le persone aggressive che frequentano normalmente le palestre di arti marziali. Ma io garantisco che non è così, se la pratica rimane all’interno dei gruppi LGBT.                                                                  Certamente, c’è una buona dose di contatto fisico che non dovrebbe disturbare nessuno, a meno che non si sia un sano praticante della castità completa.      Inoltre, soprattutto in certe tecniche di lotta a terra con le persone giuste, si può sviluppare una forma di gioco erotico, senza perdere l’efficacia pratica di cui si ha bisogno, se si viene aggrediti. Garantisco, inoltre, che non ci si fa male durante gli allenamenti.                                                                                      Psicologicamente, la sicurezza di sé non ha prezzo. L’importante è non andare a cercarsi i guai da soli: di quelli che ci arrivano senza essere richiesti ne abbiamo abbastanza.   Ho creato una pagina Fb dove mi tengo aggiornato sulle varie aggressioni dall’ inizio del 2017, senza dimenticare ‘Orlando’, dove le vittime sarebbero potute essere molte di meno. Un’altra pagina è dedicata a creare un gruppo di simpatizzanti che abbiano voglia di provare almeno una volta il ‘brivido’ di sapersi difendere. Ricordo che diversi grandi personaggi del passato bisex o gay furono grandi guerrieri, ma noi non abbiamo bisogno di arrivare a tanto. Su YouTube, mi si può vedere diverse volte durante una esibizione pubblica Sono disponibile per la comunità LGBT ad insegnare gratuitamente nei modi e nei posti più adatti.

Quali arti marziali insegni? Kung fu, judo…? E cosa motiva la scelta di una disciplina piuttosto che di un’altra?

Sono cintura nera 1°Dan di Karate Shotokan e cintura blu di Krav Maga, di cui sono anche istruttore qualificato e che considero, al momento, tra le pratiche più adatte alla difesa personale, anche contro le armi da taglio e da fuoco. Pochi anni addietro, mi ero trovato a dover difendere una ragazza da uno scippo da parte di due ragazzi violenti e così avevo pensato bene di ricominciare ad allenarmi in modo più specifico.

Intervista a cura di Erica Eric Gazzoldi

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