Mascolinità tossica
La mascolinità tossica riguarda una serie di comportamenti sbagliati e talvolta pericolosi tipicamente maschili, come la sopraffazione, la violenza verbale e psicologica oltre che fisica. Tali atteggiamenti sfociano nell’oppressione delle categorie ritenute più deboli, ad esempio le donne, e nell’omofobia/transfobia. Infatti, essere gay è paragonabile ad essere una “femminuccia”. L’uomo, invece, deve essere virile, forte, non deve mostrare emozioni poiché questa è la vera mascolinità; egli deve rispettare determinati comportamenti, rispondere a degli stereotipi di genere, altrimenti non è un uomo. Attraverso queste convinzioni tossiche, l’uomo crea una dinamica di potere in cui le donne di conseguenza sono un oggetto in suo possesso, che devono soddisfarlo.
Mascolinità fragile
Strettamente collegata alla mascolinità tossica è quella fragile. Quando costui, o meglio il suo ego e la sua presunta mascolinità vengono minacciati, reagisce in maniera esagerata e aggressiva a qualsiasi cosa rappresenti una minaccia poiché, in realtà, questi atteggiamenti mascherano un’insicurezza di fondo, una fragilità che è coperta con la spavalderia, con il dominio e la prepotenza. Basti pensare al fatto che quando una donna parla con un uomo e lui sa che è nel torto vuole prevaricarla alzando la voce e non facendola argomentare.
Mascolinità tossica e fragile: da dove nascono?
Questi comportamenti tossici sono, ovviamente, fortemente radicati nella società patriarcale. Non solo; le famiglie, per l’appunto, non mancano di inculcare nei bambini il fatto che “i maschi non piangono”, che devono “proteggere le sorelle”, che devono essere forti. Dunque, hanno un atteggiamento, già nell’ambiente familiare, che implica la loro forza e la debolezza delle donne. Ciò diventa dannoso sia per chi gli sta accanto, sia per gli uomini stessi poiché ne mina la salute mentale; infatti, a lungo andare reprimere i sentimenti porta a chiudersi in se stessi e non aprirsi con gli altri generando, ad esempio all’interno di una relazione, dinamiche tossiche.
Educare i bambini alla non mascolinità tossica
Per tale motivo, adesso più che mai e alla luce degli avvenimenti recenti, è fondamentale educarli fin da bambini. Innanzitutto, bisogna insegnare a rispettare, donne o uomini che siano, a non essere prepotenti e a non alzare la voce. Inoltre, bisogna eliminare questa divisione su ruoli di genere tra “cose da uomini” e “cose da donne” poiché è deleteria e porta alla mascolinità tossica; così come bisogna insegnare ai bambini che va bene piangere ed essere sensibili.
Verso l’abbattimento della mascolinità tossica
Dunque, occorre che fin da piccoli sappiano quali siano dei comportamenti giusti e che mostrare sentimenti è umano. Essere “debole” ed essere “forte” non sono concetti associati al genere ma al singolo individuo. L’uomo deve accettare che in ogni persona deve esserci un equilibrio tra forza e vulnerabilità. La mascolinità non è sinonimo di predominio o potenza (elementi della società machista) ; si potrà parlare di abbattimento di questa solo quando si comprenderà ciò, cioè che è un risultato del patriarcato. Va bene piangere, basta mascolinità tossica.
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