L’autunno è ormai iniziato da un pezzo; lə ragazzə ritornano a scuola, indossando una felpina per ripararsi dal fresco tocco della brezza mattutina… O forse no? Ricomincia la scuola e, come ogni anno, ricomincia quella serie di robe che il sole estivo aveva fatto evaporare dalla nostra mente. Adesso parleremo infatti di dress code e di vestiti decorosi a scuola.
Cos’è il dress code a scuola? Fa un caldo pazzesco, ma i vestiti estivi sono vietati
Siamo alla fine di ottobre, ma in molte regioni d’Italia ci sono ancora più di 30c°! Eppure questo andazzo va avanti da almeno 10 anni, infatti le scuole dovrebbero aver provveduto a installare dei condizionatori nelle classi… Ah no?!
Bene signore e signori, questa è l’Italia. Un Paese che ogni anno taglia sempre più fondi all’istruzione, ma pensa di essere il modello scolastico migliore al mondo. Ogni tanto le viene pure qualche colpo di genio e spende milioni per installare LIM che non vengono utilizzate e banchi a rotelle che poi sono stati buttati, però non vede minimamente la necessità di installare dei condizionatori nelle classi! Eppure, secondo la scienza, la mente si concentra meglio e rende di più ad una temperatura di 25c°!
Allora che fare? Ovviamente per le scuole è più importante preservare una cosa assolutamente arbitraria e labile come il decoro dell’istituzione scolastica. Perché è un po’ di pelle scoperta il vero attacco alla scuola, mica il taglio ai fondi o il personale incompetente. No: sono i vestiti di alunnə e insegnanti.
Quali vestiti non si possono mettere a scuola? Tutto ciò che fa intravedere forme e pelurie
Così, con più di 30c°, si obbligano i ragazzi a indossare i pantaloni lunghi, mentre alle ragazze è concesso mostrare al massimo la caviglia. Tra l’abbigliamento vietato troviamo così canottiere, cropped top, scarpe aperte, tacchi, pantaloncini, gonne corte, piercing, indumenti succinti o con scritte offensive… Ma a scuola si va per studiare o per sessualizzare il corpo dellə minorenni? No, perché se guardate la scollatura di una minorenne, il problema non è suo. Se l’insegnante non riesce a svolgere il proprio lavoro perché si distrae a guardare il corpo dellə alunnə… Be’, abbiamo un problema. E pure molto grave.
Ma ora calmiamoci un attimo. Facciamola seriamente questa riflessione sul decoro e l’abbigliamento a scuola. Stiamo parlando di un ambiente che lə nostrə ragazzə frequentano per 13 anni della loro vita ed è anche il luogo dove avviene la stragrande maggioranza della loro socializzazione. La scuola ha dunque un peso enorme nella vita dellə giovani; dovrebbe essere come una seconda casa, un luogo sicuro in cui far maturare la propria personalità. Non è corretto definire la scuola un luogo di lavoro, né si deve pensare all’educazione come a un qualcosa di duro e severo. Educare significa trasmettere ai giovani valori sani e giusti, come ad esempio la tolleranza e il rispetto dell’altrə.
Non poter esprimere se stessə attraverso dei semplici vestiti o pensare di essere sessualizzatə dallə docenti non sono bei valori. E non sarà certo un dress code a preparare lə giovani al mondo del lavoro, tanto gli basterebbe guardare un video su TikTok per vedere qual è il giusto abbigliamento da ufficio! Hanno 13 anni di tempo per essere liberə dalle restrizioni del mondo degli adulti. Inoltre non dobbiamo dimenticare il ruolo della famiglia.
Dress code: chi fa le regole a scuola?
Il dress code è soltanto uno dei tanti sintomi che ci fanno capire come all’istituzione scolastica non stia troppo a cuore il benessere dellə alunnə. Inoltre non esiste un regolamento nazionale sull’abbigliamento scolastico. Secondo il DPR 275/99 autonomia scolastica, presidi e dirigenti possono riservarsi il diritto di non ammettere in classe lə alunnə vestitə in modo inappropriato. Praticamente ne consegue che se lə alunnə si opponessero al dress code a scuola, potrebbe essere tolto loro il diritto allo studio?
Ora ci chiediamo: ma la scuola, oltre a essere un’istituzione fatta di leggi e burocrati, che cos’è? Oltre a essere per la maggioranza dei casi un edificio fatiscente, che cos’è? Noi pensiamo debba essere un luogo sicuro, una seconda casa, ma invece per moltə non è che una prigione dalla quale scappare al più presto. Ma perché non rendere la scuola un posto sicuro e confortevole? Un luogo che prepara lə giovani ad affrontare la vita con consapevolezza e fiducia? Quello che la scuola italiana fa realmente è masticare lə giovani per poi sputarlə nella complessità di un mondo che non comprendono. Un mondo che vuole solo schiacciarlə.
Dress code e abbigliamento consono: qualche riflessione sulla scuola all’estero
Concludiamo questo articolo con una piccola riflessione sulla scuola all’estero. Chi scrive sta partecipando al programma del MIUR assistenti di lingua italiana all’estero, dove si viene mandati in una scuola europea per insegnare l’italiano. In questo momento si trova a Linz, una delle città principali dell’Austria. Cos’ha notato subito al liceo? Che non esiste il dress code. Lə ragazzə possono vestirsi assolutamente come vogliono e possono persino indossare delle pantofole in classe. La priorità è infatti favorire il comfort, dato che lə ragazzə devono stare sedutə per 6 ore. Insegnanti e dirigenti non trovano nulla di male nell’avere l’ombelico scoperto in classe!
E il decoro? È arbitrario. Così com’è stata arbitraria la scelta di imporre un dress code in un liceo a Stockerau (vicino a Vienna). Inutile dire che questa notizia ha suscitato lo scherno della stampa austriaca, dove si è persino insinuato che lə alunnə venissero sessualizzatə. Basti pensare che in Giappone la divisa scolastica femminile prevede la minigonna! Però ci chiediamo: che senso ha allora organizzare questi scambi con l’estero se poi non si può prendere spunto dalle cose belle?
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